Monday, October 26, 2009

Pizzo Sella, Il Sindaco:"Case da salvare"

Repubblica — 14 febbraio 2007 pagina 2 sezione: PALERMO
Trentatré mesi. Trentatré mesi da quando dichiarò che a Pizzo Sella «discutere di abbattere è del tutto fuori luogo», e lasciò che fossero gli esperti dell' Università e del Comune a pronunciarsi sulla sorte della "collina del disonore". Ma il 7 febbraio scorso il sindaco Diego Cammarata ha firmato il suo primo provvedimento che riguarda l' ecomostro che sovrasta Palermo. Che di fatto ne sancisce la sanatoria. Perché nella direttiva che il sindaco ha spedito all' assessore e al dirigente coordinatore del settore Urbanistica, al direttore generale del Comune e al dirigente dei servizi Edilizia privata, tra le possibili soluzioni individuate per Pizzo Sella c' è quella della riperimetrazione, l' atto tecnico che consentirebbe di trasformare le aree, con un colpo di penna, da agricole a edificabili. Perché, secondo il Comune, abbattere sarebbe troppo costoso e risanare la collina sarebbe impossibile. Una salvezza per la settantina di famiglie residenti, che sulla questione hanno ingaggiato una monumentale battaglia legale e che lo scorso 5 dicembre, a Villa Niscemi, hanno ricevuto dal primo cittadino la comunicazione che di lì a poco sarebbe stata notificata loro l' ordinanza di sgombero. Perché le case in cui abitano sono, dal 2000, definitivamente di proprietà del Comune, come prevede la legge che ne dispone la confisca. E questo è un problema che la riperimetrazione dell' area comunque non risolverebbe: i 170 edifici, abitati e disabitati, rimarrebbero patrimonio comunale. Per questa pronuncia in extremis del mandato, Cammarata ha voluto il conforto di una platea il più possibile corale. L' unica voce oggi assente è quella dell' ex assessore alla Legalità, Michele Costa, che sulla battaglia per Pizzo Sella si è giocato la poltrona in giunta. Ma nella direttiva Cammarata cita i risultati del lavoro condotto dal gruppo interno di tecnici che nel giugno 2005 è stato incaricato dello «studio preliminare di tutte le possibili soluzioni». Che è pervenuto alle medesime conclusioni della precedente relazione redatta dai saggi dell' Università, che aveva messo l' accento sullo smaltimento dei sei milioni di metri cubi di detriti e sull' impossibilità di riportare nelle condizioni originarie una montagna aggredita dal cemento armato e da centinaia di pali di fondazione. Così anche adesso: «Dallo studio - scrive il sindaco - emerge tra l' altro che l' ipotesi di demolizione, che sembrerebbe obbligata dalle leggi di riferimento, presupposto della nota di sentenza, presenta difficoltà difficilmente superabili, sia relativamente al costo di detta operazione, sia all' impatto ambientale che sembra tale da recare ulteriore danno alla conformazione idrogeologica dei luoghi, rilevandosi difficoltoso se non impossibile il ripristino dell' ambiente preesistente alla realizzazione di dette costruzioni». Ai suoi uffici Cammarata ha dato il mandato di «verificare ogni possibile soluzione» del caso Pizzo Sella, «ivi compresa la perimetrazione, sia pur limitata alle parti oggi abitate, all' interno di un piano d' ambito», come tra l' altro suggerito dalla quarta commissione legislativa dell' Ars, che della questione era stata investita nel maggio di due anni fa. E che sulla questione della riperimetrazione aveva giudicato il Comune inadempiente. Ma non solo, visto che l' idea di riperimetrare le aree è quella sulla quale da anni insiste Nico Ferrante, presidente della commissione Urbanistica di Palazzo delle Aquile. A lui è toccato il lavoro silenzioso di cucitura: sulla possibilità di cerchiare le case abitate, escludendo gli scheletri, Ferrante avrebbe già incassato il sì da parte di consiglieri comunali di maggioranza e di opposizione, che in aula non impallinerebbero la norma. «è la soluzione migliore - dice Ferrante - e spero che il sindaco riesca a portarla a compimento entro la fine del suo mandato. Male che vada, lo farà nel prossimo».